Ajna-chakra
Il sesto Chakra Ajna -significa percezione- è localizzato appena sopra il punto centrale tra le sopracciglia. È il centro della percezione visiva, psichica, intuitiva. Il suo colore è l'indaco, il suo elemento la luce. Sono sotto la sua influenza gli organi di senso, in speciale modo la vista.
Disfunzioni:
- A livello fisico: disturbi o tensioni agli occhi, cecità, emicranie e dolore alla fronte.
Temi chiave: chiaroveggenza - telepatia
Atteggiamenti positivi: sintonia, ricettività, saggezza, radiosità
Atteggiamenti negativi: orgoglio, egocentrismo, egoismo
Musica: da meditazione
Cibo: alimenti puri
Verbo descrittivo: Io percepisco, io vedo
Senso: intuizione
Diritto di vedere
Demone: illusione
Anga dello yoga: Dhyana e Dharana
Yantra: i due petali rappresentano l'incontro fra le due Nadi, Ida e Pingala. All'interno dei due petali, i due Mantra Ham (Shiva) e Ksam (Shakti), rappresentano l'unione dell'energia maschile e femminile. Il cerchio rappresenta il vuoto. Il triangolo con la punta verso il basso rappresenta il principio femminile. All'interno del triangolo un linga, il principio femminile, e il bija Mantra Om. Sopra il triangolo un quarto di luna, con al suo interno un bindu, che rappresenta il distacco dal corpo.
Persone autorevoli che hanno espresso nei loro scritti dei concetti essenziali per quanto riguarda i sette cakra:
Arthur Avalon spiega la denominazione dei cakra, partendo dal risveglio dell'energia Kundalini śakti e dalle esperienze che l'anima individuale fa lungo il suo percorso dei centri energetici. Lo yogin che sta risvegliando l'energia Kundalini śakti, arrivato all' Ajna-chakra sarà in grado di ricevere dall'alto l'ordine (ājñā = ordine, comando) o il mandato del suo guru e così viene a conoscere che il guru in realtà non è altro che il maestro Shiva stesso. (1)
Heinz Grill assegna ad ogni cakra una sfera planetaria. Il pianeta in riferimento al sesto centro energetico è Giove. Inoltre descrive le diverse caratteristiche dei cakra che si manifestano nella pratica delle Asana e ciò, che rimane nell’anima, dopo la morte, di un cakra sviluppato nel modo giusto. Nella pratica di yoga-āsana che si riferiscono al sesto centro energetico, si può percepire il pensiero concentrato nella sua forza plasmatrice e successivamente si diventa capace di dirigere i cinque vāyu (= soffio vitale), in particolare il Prana. L'anima dopo la morte sperimenterà se stessa nella immediata forza creatrice del pensiero, se durante la vita avrà abbandonato molte proiezioni, grazie a pensieri concreti e inerenti alla verità. (2)
Rudolf Steiner espone, quali virtù particolari bisogna sviluppare per conseguire conoscenze dei mondi superiori. A proposito del fiore di loto con due petali bisogna sviluppare il cosiddetto corpo eterico, cioè l'insieme delle forze vitali intrinseche all'uomo. In un primo passo i flussi e i movimenti di questo corpo eterico vengono indirizzati per fluire in armonia con le leggi e lo sviluppo del mondo attuale, in modo che non creino più ostacoli o barriere. Quindi si prosegue con la pratica di determinati esercizi dell'anima, fino a diventare un vero uomo nuovo in grado di dirigere il proprio corpo eterico, conseguendo così una notevole libertà rispetto al corpo fisico. (3)
Fonti: vedi Muladhara-chakra