Sahaja Yoga
Sahaja Yoga è uno stile Yoga che riguarda un certo tipo di Meditazione, scoperto e successivamente sviluppato da Shri Mataji Nirmala Devi (1923 - 2011). Lo scopo di Sahaja Yoga è sostituire il lungo e pericoloso cammino del Kundalini Yoga tradizionale, offrendo un semplice metodo per la realizzazione del Sé che può essere praticato da ognuno. Si offrono corsi gratuiti di meditazione ampiamente diffusi in tutta Italia.
Shri Mataji Nirmala Devi
La fondatrice di Sahaja Yoga sin da bambina aveva il desiderio di portare la realizzazione del Sé a molte persone. Ciononostante aspettò la realizzazione del suo obiettivo fino al suo 47esimo anno, finché ella stessa arrivò all'esperienza del risveglio del Sahasrara-chakra, come conseguenza di una vita dedicata al lavoro per gli altri e a una continua pratica di Meditazione. Da un punto di vista psicologico si può immaginare che la vita in ristrettezze, che Nirmala Devi ha vissuto da bambina, in una famiglia numerosa con genitori impegnati nella lotta non violenta per la libertà dell’India, abbia rafforzato ulteriormente la profonda volontà per la realizzazione del Sé, di cui sembrava essere dotata fin dalla nascita.
Il corpo sottile ed i sette cakra
Mentre il Kundalini Yoga tradizionale esige tanti anni di preparazione da parte di un allievo che dedica tutta la sua vita alla guida di un guru, il metodo sviluppato da Shri Mataji Nirmala Devi comincia proprio dal momento della realizzazione del Sé, raggiunta nel corso di una Meditazione guidata da ella stessa, oppure oggigiorno in un atto di dedizione profonda a una sua foto oppure sotto forma di trasmissione energetica da parte di un discepolo di Sahaja Yoga.
Secondo gli insegnamenti di Shri Mataji, si può constatare il successo della effettuata realizzazione del Sé, se si sente sopra la testa e attorno le mani una sorta di “brezza fresca”. Gli scritti di Kundalini Yoga descrivono questa brezza fresca come il processo che segue dopo il risveglio della Kundalini śakti. Mentre il salire della kuṇḍaliṇī śakti lungo la colonna vertebrale con i suoi centri energetici, è accompagnato da una sensazione di un forte calore, quello che segue dopo, “è il diventare fresco del corpo sia dall'interno che dall'esterno... Allora il nettare spirituale (ambrosia, sanscrito: amṛta), situato sulla cima della testa, si versa nella bocca della kuṇḍaliṇī e poi viene assorbito da tutto il corpo.” (1)
L'aspetto particolare di Sahaja Yoga è che si arriva all'esperienza della brezza fresca in un'unica seduta di Meditazione guidata, praticamente in modo spontaneo. Shri Mataji nelle sedute di risveglio in massa procedeva in modo rituale, usando determinate affermazioni per ogni Chakra e trasmettendo energia attraverso i gesti delle mani. “Quello che avete ottenuto deve essere mantenuto e compreso,” diceva Shri Mataji dopo l'evento della realizzazione del Sé in Italia nell'anno 1985, avvertendo il pubblico che l'esperienza della brezza fresca va perduto se l'allievo non intraprende il cammino di una pratica regolare di meditazione e di uno studio sia della vita che del corpo sottile, designato nel sistema dei sette cakra e dei tre Nadi principali.
La meditazione verso l'assenza di pensieri
L'allievo di Sahaja Yoga nella pratica della Meditazione cerca dapprima di raggiungere uno stato “libero dal pensiero”, caratterizzato da un rilassamento e da una tranquillità assoluti. Lo studio del corpo sottile aiuta inoltre a sviluppare la capacità della percezione attraverso certe vibrazioni nelle mani. Secondo gli insegnamenti di Shri Mataji c'è una relazione fra le diverse parti della mano ed il sistema dei Chakra ed è per questo che le mani possono indicare la situazione di un cakra, dal flusso se è buono oppure bloccato. “In questo modo è possibile avere una conoscenza obiettiva del proprio stato interiore e poter così intervenire per migliorare la condizione dei propri cakra”. (1)
Le vibrazioni e trasmissioni di energie giocano un ruolo importante nel programma di Sahaja Yoga. La Meditazione regolare serve inoltre per approfondire lo stato di risveglio e per sviluppare continuamente le forze mentali.
Sul sito sahajayoga.it si trova una descrizione dell'esperienza nella Meditazione: “Nel nostro cammino verso l’integrazione con il Tutto, alimentando il nostro desiderio di ascesa, è possibile raggiungere quello stato di assenza di pensieri in cui le preoccupazioni si affievoliscono sempre di più fino a sparire; naturalmente sparisce anche la stessa identificazione con la nostra individualità, per lasciar finalmente fluire quel profondo senso di pace e serenità che testimonia il nostro esser divenuti una goccia in quell’oceano di gioia che permea l’intera creazione”. (2)
Nota: L'idea che l'individualità, una volta arrivata all'esperienza spirituale, si sciolga nell'oceano divino, prende origine nei tempi più antichi dello Yoga, quando l'essere umano non si sentiva ancora così unico e individuale come oggigiorno. Nelle pratiche di Meditazione contemporanee si trovano vie che guidano la consapevolezza del praticante verso un raccoglimento interiore, come il cammino di Sahaja Yoga o la meditazione buddista, e ci sono altre vie che guidano la consapevolezza verso un'empatia più grande con il mondo esteriore, come la cosiddetta meditazione oggettiva.
Fonti: (1) https://it.wikipedia.org/wiki/Sahaja_Yoga (2) http://www.sahajayoga.it/
https://www.youtube.com/watch?v=LcJHpJC4zwg Shri Mataji Realizzazione del Sè (Kundalini) - Italia 1985 (Meditazione Sahaja Yoga), www.sahajayoga.de