Differenze tra le versioni di "Patanjali"
Da Yogapedia.it.
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− | Gli stadi in cui Patañjali suddivide il percorso yogico sono otto ([[Yoga Sutra]]). I primi due, yama e niyama, rispettivamente le "astensioni" e le "osservanze", sono da intendersi come norme di carattere generale, indispensabili codici morali da adottare quotidianamente per chi voglia intraprendere il percorso (sādhana). | + | Gli stadi in cui '''Patañjali''' suddivide il percorso yogico sono otto ([[Yoga Sutra]]). I primi due, yama e niyama, rispettivamente le "astensioni" e le "osservanze", sono da intendersi come norme di carattere generale, indispensabili codici morali da adottare quotidianamente per chi voglia intraprendere il percorso (sādhana). |
Tali otto stadi sono: | Tali otto stadi sono: | ||
− | # Yama: astinenze; astensioni; freni; proibizioni; regole di comportamento. | + | # '''Yama''': astinenze; astensioni; freni; proibizioni; regole di comportamento. |
## Ahiṃsā: non violenza; pacifismo; | ## Ahiṃsā: non violenza; pacifismo; | ||
## Satya: sincerità; genuinità; | ## Satya: sincerità; genuinità; | ||
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## Brahmacarya: continenza; castità; letteralmente vuol significare "seguace del Brahman" con riferimento al primo degli stadi della vita di un hindu che segue il percorso canonico di realizzazione spirituale; | ## Brahmacarya: continenza; castità; letteralmente vuol significare "seguace del Brahman" con riferimento al primo degli stadi della vita di un hindu che segue il percorso canonico di realizzazione spirituale; | ||
## Aparigraha: non avidità; moderazione; rinuncia; | ## Aparigraha: non avidità; moderazione; rinuncia; | ||
− | # Niyama: osservanze; discipline. | + | # '''Niyama''': osservanze; discipline. |
## Śauca: pulizia; purezza; | ## Śauca: pulizia; purezza; | ||
## Saṅtoṣa: appagamento; contentezza; soddisfazione; | ## Saṅtoṣa: appagamento; contentezza; soddisfazione; | ||
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## Svādhyāya: studio (delle scritture sacre, cioè la recitazione dei Veda;[50]); applicazione; | ## Svādhyāya: studio (delle scritture sacre, cioè la recitazione dei Veda;[50]); applicazione; | ||
## Īśvara praṇidhāna: abbandono al Signore. Il Signore non è un Dio creatore né un Dio giudice o dispensatore di grazia, ma piuttosto un essere supremo, un modello cui lo yogin può ispirarsi;[58] sarà soltanto successivamente, con il diffondersi delle correnti devozionali, che la figura di Dio nello Yoga classico assumerà un ruolo più decisivo, all'insegna della devozione emotiva, la [[bhakti]]; | ## Īśvara praṇidhāna: abbandono al Signore. Il Signore non è un Dio creatore né un Dio giudice o dispensatore di grazia, ma piuttosto un essere supremo, un modello cui lo yogin può ispirarsi;[58] sarà soltanto successivamente, con il diffondersi delle correnti devozionali, che la figura di Dio nello Yoga classico assumerà un ruolo più decisivo, all'insegna della devozione emotiva, la [[bhakti]]; | ||
− | # [[Āsana]]: posizione fisica; postura. Patañjali menziona il termine in un solo sūtra, parlando genericamente di una qualsiasi posizione che risulti stabile e comoda; | + | # [['''Āsana''']]: posizione fisica; postura. Patañjali menziona il termine in un solo sūtra, parlando genericamente di una qualsiasi posizione che risulti stabile e comoda; |
− | # [[Prāṇāyāma]]: controllo della respirazione e del flusso vitale. Il termine è composto da prāṇa e āyāma, che sta per "allungamento", "espansione", mentre il primo è generalmene reso con "respiro vitale"; | + | # [['''Prāṇāyāma''']]: controllo della respirazione e del flusso vitale. Il termine è composto da prāṇa e āyāma, che sta per "allungamento", "espansione", mentre il primo è generalmene reso con "respiro vitale"; |
− | # Pratyāhāra: ritrazione dei sensi dagli oggetti; astrazione dal mondo; isolamento sensoriale. Si passa da uno stadio in cui le funzioni sensoriali sono dominate dai rispettivi oggetti dei sensi, a uno stadio in cui i sensi ne sono affrancati per permettere una conoscenza altra, quella che deriva dalla propria coscienza (citta); | + | # '''Pratyāhāra''': ritrazione dei sensi dagli oggetti; astrazione dal mondo; isolamento sensoriale. Si passa da uno stadio in cui le funzioni sensoriali sono dominate dai rispettivi oggetti dei sensi, a uno stadio in cui i sensi ne sono affrancati per permettere una conoscenza altra, quella che deriva dalla propria coscienza (citta); |
− | # Dhāraṇā: concentrazione. La "concentrazione" è definita come «fissare la coscienza (citta) su qualcosa»; | + | # '''Dhāraṇā''': concentrazione. La "concentrazione" è definita come «fissare la coscienza (citta) su qualcosa»; |
− | # Dhyāna: meditazione; contemplazione profonda. Non si tratta qui della meditazione comunemente intesa, né di una forma di rimuginazione interiore: il dhyāna è contraddistinto da uno stato di coerente lucidità; | + | # '''Dhyāna''': meditazione; contemplazione profonda. Non si tratta qui della meditazione comunemente intesa, né di una forma di rimuginazione interiore: il dhyāna è contraddistinto da uno stato di coerente lucidità; |
− | # Samādhi: congiunzione con l'oggetto della meditazione; assorbimento della coscienza nel sé; enstasi. Patañjali così definisce il samādhi: | + | # '''Samādhi''': congiunzione con l'oggetto della meditazione; assorbimento della coscienza nel sé; enstasi. Patañjali così definisce il samādhi: |
« Quando l'oggetto della meditazione assorbe chi medita, e appare come soggetto, si perde la consapevolezza di se stessi. È il samādhi. » (Yoga Sūtra, III.3; citato in Iyengar 2010, p. 181) | « Quando l'oggetto della meditazione assorbe chi medita, e appare come soggetto, si perde la consapevolezza di se stessi. È il samādhi. » (Yoga Sūtra, III.3; citato in Iyengar 2010, p. 181) |
Versione delle 17:45, 9 giu 2016
Gli stadi in cui Patañjali suddivide il percorso yogico sono otto (Yoga Sutra). I primi due, yama e niyama, rispettivamente le "astensioni" e le "osservanze", sono da intendersi come norme di carattere generale, indispensabili codici morali da adottare quotidianamente per chi voglia intraprendere il percorso (sādhana). Tali otto stadi sono:
- Yama: astinenze; astensioni; freni; proibizioni; regole di comportamento.
- Ahiṃsā: non violenza; pacifismo;
- Satya: sincerità; genuinità;
- Asteya: non rubare; temperanza;
- Brahmacarya: continenza; castità; letteralmente vuol significare "seguace del Brahman" con riferimento al primo degli stadi della vita di un hindu che segue il percorso canonico di realizzazione spirituale;
- Aparigraha: non avidità; moderazione; rinuncia;
- Niyama: osservanze; discipline.
- Śauca: pulizia; purezza;
- Saṅtoṣa: appagamento; contentezza; soddisfazione;
- Tapas: autodisciplina; fervore mistico; ardore; ascetismo; il significato etimologico del termine tapas è "calore", e in senso figurato sta a indicare l'austerità religiosa;[57]
- Svādhyāya: studio (delle scritture sacre, cioè la recitazione dei Veda;[50]); applicazione;
- Īśvara praṇidhāna: abbandono al Signore. Il Signore non è un Dio creatore né un Dio giudice o dispensatore di grazia, ma piuttosto un essere supremo, un modello cui lo yogin può ispirarsi;[58] sarà soltanto successivamente, con il diffondersi delle correnti devozionali, che la figura di Dio nello Yoga classico assumerà un ruolo più decisivo, all'insegna della devozione emotiva, la bhakti;
- '''Āsana''': posizione fisica; postura. Patañjali menziona il termine in un solo sūtra, parlando genericamente di una qualsiasi posizione che risulti stabile e comoda;
- '''Prāṇāyāma''': controllo della respirazione e del flusso vitale. Il termine è composto da prāṇa e āyāma, che sta per "allungamento", "espansione", mentre il primo è generalmene reso con "respiro vitale";
- Pratyāhāra: ritrazione dei sensi dagli oggetti; astrazione dal mondo; isolamento sensoriale. Si passa da uno stadio in cui le funzioni sensoriali sono dominate dai rispettivi oggetti dei sensi, a uno stadio in cui i sensi ne sono affrancati per permettere una conoscenza altra, quella che deriva dalla propria coscienza (citta);
- Dhāraṇā: concentrazione. La "concentrazione" è definita come «fissare la coscienza (citta) su qualcosa»;
- Dhyāna: meditazione; contemplazione profonda. Non si tratta qui della meditazione comunemente intesa, né di una forma di rimuginazione interiore: il dhyāna è contraddistinto da uno stato di coerente lucidità;
- Samādhi: congiunzione con l'oggetto della meditazione; assorbimento della coscienza nel sé; enstasi. Patañjali così definisce il samādhi:
« Quando l'oggetto della meditazione assorbe chi medita, e appare come soggetto, si perde la consapevolezza di se stessi. È il samādhi. » (Yoga Sūtra, III.3; citato in Iyengar 2010, p. 181)