Differenze tra le versioni di "Yogi Bhajan"

Da Yogapedia.it.
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Sant Rajit Singji gli insegnò la spiritualità universale in relazione ai pensieri ed ai concetti espressi dalle religioni, argomenti di sicuro molto profondi per un giovane ragazzo (ma Harbhajan Singh non era un ragazzo qualunque e in futuro lo avrebbe dimostrato). Da Sant Rajit Singh Ji egli imparò anche il Gurbani Kirtan, e la prima Shabad che egli imparò rimase fresca nella sua memoria, con le parole, il messaggio, la musica ed il ritmo (la traduzione di questo testo è “Manda al mio amato amico la condizione della sua umile disciplina che un letto morbido e soffice è un tormento senza di lui, combattere, duellare in una comodo casa è come vivere tra i serpenti. Il mio vaso per l’acqua è come un aculeo di torture, la mia coppa è come un pugnale e tutte queste cose mondane sono come il ceppo dove il macellaio infila il suo coltello. Veramente il giaciglio del mio amico o la dura terra sarebbe piacevole per me perché vivere in un palazzo senza di lui è come vivere in una fornace ardente”).
 
Sant Rajit Singji gli insegnò la spiritualità universale in relazione ai pensieri ed ai concetti espressi dalle religioni, argomenti di sicuro molto profondi per un giovane ragazzo (ma Harbhajan Singh non era un ragazzo qualunque e in futuro lo avrebbe dimostrato). Da Sant Rajit Singh Ji egli imparò anche il Gurbani Kirtan, e la prima Shabad che egli imparò rimase fresca nella sua memoria, con le parole, il messaggio, la musica ed il ritmo (la traduzione di questo testo è “Manda al mio amato amico la condizione della sua umile disciplina che un letto morbido e soffice è un tormento senza di lui, combattere, duellare in una comodo casa è come vivere tra i serpenti. Il mio vaso per l’acqua è come un aculeo di torture, la mia coppa è come un pugnale e tutte queste cose mondane sono come il ceppo dove il macellaio infila il suo coltello. Veramente il giaciglio del mio amico o la dura terra sarebbe piacevole per me perché vivere in un palazzo senza di lui è come vivere in una fornace ardente”).
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'''Harbhajan Singh''' dimostrò anche una grande predisposizione per le tecniche di guarigione e la medicina e, spesso, si informava con suo padre (medico) sui rimedi e le medicine che egli usava e prescriveva; dimostrò una grande sensibilità per tutti i tipi di conoscenze antiche come le tecniche preventive dello [[Yoga]], della [[medicina ayurvedica]], della corretta alimentazione senza negare o sottovalutare i rimedi allopatici ed omeopatici standard.Quando aveva appena otto anni cominciò a seguire gli insegnamenti di Kundalini Yoga sotto la guida di Sant Hazara Singh, un maestro illuminato che lo istruì anche nell’arte del Tantra Yoga (conoscenze che gli sarebbero poi state utili negli anni successivi, quando il momento ed il destino gli avrebbero dato la responsabilità di risvegliare le coscienze di molte persone in questo pianeta nel ruolo di “Mahan Tantrico”). A sedici anni e mezzo Sant Hazara Singh lo riconobbe come maestro di Kundalini Yoga.
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Sant Hazara Singh gli disse inoltre che all’età di quaranta anni sarebbe arrivato il momento di impiegare tutti gli insegnamenti che aveva ricevuto, e che in attesa di quel tempo avrebbe dovuto prendersi cura della sua famiglia e della sua formazione.
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Praticò ulteriormente sotto la guida dell’Acharya Narinder Dev dello Yoga Smriti, che insegnava tecniche di Hatha Yoga e l’impatto e il bilanciamento del sistema nervoso. Queste ultime tecniche si rivelarono molto utili per gli insegnamenti che poi diede negli Stati Uniti, dove si rese conto che la maggior parte delle persone soffrivano per disordini o squilibri a carico proprio del sistema nervoso.
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L’Ashram di Sivananda, conosciuto in tutto il mondo a Risikesh, dove [[Swami Sivananda]], [[Swami Vishnudevananda]] e [[Swami Satchitananda]] hanno studiato, servì ad Harbhajan Singh come fonte spirituale per conoscere quel flusso dell’eterna Verità conosciuto come filosofia Vedanta.
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Nel 1947, durante il periodo della contesa del Punjab tra India e Pakistan, fu proprio il giovane Harbhajan Singh ad assumersi la responsabilità di guidare la sua famiglia e gli abitanti del suo villaggio (circa 7000 persone) nella pericolosa evacuazione fino a Delhi, in India, in un viaggio a piedi di oltre 300 miglia.
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Fu presto in grado di continuare, con successo, i propri studi alla “Punjab University”, eccellendo tanto nel lato accademico quanto in ambito sportivo. Dopo aver ottenuto la laurea in Economia cominciò il suo servizio come ufficiale presso il Governo Indiano continuando però ad insegnare Yoga a chiunque, senza distinzioni. Sposò Sardarni Inderjit Kaur, Bibiji, nel 1952 ed ebbero due figli (Ranbir Singh e Kulbir Singh) e una figlia (Kamaljit Kaur).
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Ebbe modo di riconoscere il suo vero Guru quando, con la carica di ufficiale del Governo, fu assegnato alla città di Amritsar. Infatti dopo anni di dedizione all’insegnamento capì che solo attraverso il servizio e l’umiltà poteva ottenere ciò che cercava: per quattro anni e mezzo pulì i pavimenti del Tempio d’Oro (l’Harimandir Sahib – il centro della fede per la religione Sikh), la “Casa del Guru”, finché comprese di essere divenuto un suo figlio benedetto.
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Nel settembre del 1968, all’età di 39 anni fu invitato a tenere Corsi di Yoga presso l’università di Toronto (Canada) su segnalazione di Sir James George, un alto funzionario canadese che era stato suo studente a Nuova Delhi. Era il segnale di muoversi, di seguire la strada indicatagli dal suo maestro e diventare egli stesso maestro. Lasciò il suo comodo lavoro e decise di partire per l’Occidente, con l’impegno di servire Dio e con la fede che il Guru avrebbe guidato i suoi passi. Prima della partenza ricevette questo Ukkam dal Siri Guru Granth Sahib: “Tu Gur Prashad Kar Rag Jog” – “Con la Grazia del Guru tu godrai di sovranità spirituale e secolare”.
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Giunto all’aeroporto di Toronto, scoprì che il suo bagaglio era andato perduto e venne anche a sapere che l’uomo che lo aveva invitato in Canada e che avrebbe dovuto sponsorizzarlo era morto pochi giorni prima. Si trovò così con i soli abiti che aveva indosso, senza un soldo e senza lavoro: un nuovo corso della sua vita stava cominciando e ora bisognava lasciare il passato alle spalle. Dopo due mesi di permanenza in Canada, Yogi Bhajan (così veniva ormai chiamato da tutti) andò a visitare Los Angeles durante un fine settimana.
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Si era nel mezzo delle agitazioni della fine degli anni ’60 e Yogi Bhajan vide nel movimento hippy dei giovani americani un potenziale per la costruzione di una nuova nazione spirituale: in loro vide la speranza del futuro, l’idealismo necessario, il sogno di pace, il bisogno di allargare i territori della coscienza e di vivere in armonia con le leggi naturali create da Dio.
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Capì immediatamente che la nuova consapevolezza ricercata attraverso l’uso massiccio di droghe allora così in voga poteva essere raggiunta praticando la scienza del [[Kundalini Yoga]], lavorando attraverso le tecniche anche per riparare ai danni causati da questo costante abuso.

Versione delle 16:43, 14 dic 2016

Yogi-bhajan.jpg

Harbhajan Singh Puri (che significa “il leone che canta la gloria divina del nome di Dio”) nasce il 26 agosto del 1929 nel piccolo villaggio di Kot Harkarn (zona del nord dell’India che dal 1948 viene annessa al Pakistan), dopo 25 anni di preghiere dei suoi genitori, che si impegnarono ad essere devoti a Visnu Devi se avessero avuto un erede maschio. Accadde così che il piccolo Harbhajan Singh fu legato al torace del padre e trasportato per una ripida salita nella grotta di Visnu Devi per mantenere fede a quella sacra promessa.

Il venir condotto nei luoghi sacri del Nord dell’India, in segno di profonda gratitudine, fece nascere in lui una profonda determinazione a visitare i luoghi sacri, avvicinare persone sante, studiare le sacre scritture e le religioni del mondo.

All’età di sette anni, il Pandit di famiglia rivelò che un giorno il terreno su cui Harbhajan Singh avrebbe camminato sarebbe stato considerato terra sacra e che templi sarebbero stati costruiti in sua memoria.

L’insegnante più influente durante gli anni di formazione di Harbhajan Singh Puri fu Sant Bhai Fateh Singh Ji, suo nonno, che generalmente lo prendeva sulle ginocchia per raccontargli delle storie molto suggestive. Lo incoraggiava sempre a vivere rettamente sottolineando che la vera forza spirituale consiste nel rinunciare alla natura animale ed alla vita delle passioni quando si è ancora giovani («Oh bella forza per il lupo gridare “sono vegetariano” quando egli ha perso tutti i denti ed è diventato troppo vecchio per cacciare») e lo ispirò a dedicare la sua vita alla Verità Ultima.

Anche la nonna paterna, Ishar Kaur, ebbe un ruolo importante nella sua crescita e formazione. Yogi Bhajan ebbe modo di raccontare che una volta le chiese come faceva a decidere ogni cosa in modo tale che tutto poi andasse sempre tutto bene. Lei rispose: «Io decido le cose alla luce della Verità, io non decido mai per guadagno o per perdita: questo è il vivere umano e tu devi vivere secondo questa prospettiva».

Frequentò inizialmente una scuola cattolica, unico maschio in una scuola per sole ragazze ed ebbe in seguito molti altri insegnanti. La sua mente inquisitiva abituata alla ricerca e la sua sete di conoscenza lo condussero ad apprendere gli insegnamenti e a far propri gli esempi offerti da ogni persona che aveva modo di conoscere: anche al di là dell’immediato circondario, egli cercò i Saggi, i Santi, gli Swami e i Sadhu che potessero avere delle conoscenze da condividere.

Sant Rajit Singji gli insegnò la spiritualità universale in relazione ai pensieri ed ai concetti espressi dalle religioni, argomenti di sicuro molto profondi per un giovane ragazzo (ma Harbhajan Singh non era un ragazzo qualunque e in futuro lo avrebbe dimostrato). Da Sant Rajit Singh Ji egli imparò anche il Gurbani Kirtan, e la prima Shabad che egli imparò rimase fresca nella sua memoria, con le parole, il messaggio, la musica ed il ritmo (la traduzione di questo testo è “Manda al mio amato amico la condizione della sua umile disciplina che un letto morbido e soffice è un tormento senza di lui, combattere, duellare in una comodo casa è come vivere tra i serpenti. Il mio vaso per l’acqua è come un aculeo di torture, la mia coppa è come un pugnale e tutte queste cose mondane sono come il ceppo dove il macellaio infila il suo coltello. Veramente il giaciglio del mio amico o la dura terra sarebbe piacevole per me perché vivere in un palazzo senza di lui è come vivere in una fornace ardente”).

Harbhajan Singh dimostrò anche una grande predisposizione per le tecniche di guarigione e la medicina e, spesso, si informava con suo padre (medico) sui rimedi e le medicine che egli usava e prescriveva; dimostrò una grande sensibilità per tutti i tipi di conoscenze antiche come le tecniche preventive dello Yoga, della medicina ayurvedica, della corretta alimentazione senza negare o sottovalutare i rimedi allopatici ed omeopatici standard.Quando aveva appena otto anni cominciò a seguire gli insegnamenti di Kundalini Yoga sotto la guida di Sant Hazara Singh, un maestro illuminato che lo istruì anche nell’arte del Tantra Yoga (conoscenze che gli sarebbero poi state utili negli anni successivi, quando il momento ed il destino gli avrebbero dato la responsabilità di risvegliare le coscienze di molte persone in questo pianeta nel ruolo di “Mahan Tantrico”). A sedici anni e mezzo Sant Hazara Singh lo riconobbe come maestro di Kundalini Yoga.

Sant Hazara Singh gli disse inoltre che all’età di quaranta anni sarebbe arrivato il momento di impiegare tutti gli insegnamenti che aveva ricevuto, e che in attesa di quel tempo avrebbe dovuto prendersi cura della sua famiglia e della sua formazione.

Praticò ulteriormente sotto la guida dell’Acharya Narinder Dev dello Yoga Smriti, che insegnava tecniche di Hatha Yoga e l’impatto e il bilanciamento del sistema nervoso. Queste ultime tecniche si rivelarono molto utili per gli insegnamenti che poi diede negli Stati Uniti, dove si rese conto che la maggior parte delle persone soffrivano per disordini o squilibri a carico proprio del sistema nervoso.

L’Ashram di Sivananda, conosciuto in tutto il mondo a Risikesh, dove Swami Sivananda, Swami Vishnudevananda e Swami Satchitananda hanno studiato, servì ad Harbhajan Singh come fonte spirituale per conoscere quel flusso dell’eterna Verità conosciuto come filosofia Vedanta.

Nel 1947, durante il periodo della contesa del Punjab tra India e Pakistan, fu proprio il giovane Harbhajan Singh ad assumersi la responsabilità di guidare la sua famiglia e gli abitanti del suo villaggio (circa 7000 persone) nella pericolosa evacuazione fino a Delhi, in India, in un viaggio a piedi di oltre 300 miglia.

Fu presto in grado di continuare, con successo, i propri studi alla “Punjab University”, eccellendo tanto nel lato accademico quanto in ambito sportivo. Dopo aver ottenuto la laurea in Economia cominciò il suo servizio come ufficiale presso il Governo Indiano continuando però ad insegnare Yoga a chiunque, senza distinzioni. Sposò Sardarni Inderjit Kaur, Bibiji, nel 1952 ed ebbero due figli (Ranbir Singh e Kulbir Singh) e una figlia (Kamaljit Kaur).

Ebbe modo di riconoscere il suo vero Guru quando, con la carica di ufficiale del Governo, fu assegnato alla città di Amritsar. Infatti dopo anni di dedizione all’insegnamento capì che solo attraverso il servizio e l’umiltà poteva ottenere ciò che cercava: per quattro anni e mezzo pulì i pavimenti del Tempio d’Oro (l’Harimandir Sahib – il centro della fede per la religione Sikh), la “Casa del Guru”, finché comprese di essere divenuto un suo figlio benedetto.

Nel settembre del 1968, all’età di 39 anni fu invitato a tenere Corsi di Yoga presso l’università di Toronto (Canada) su segnalazione di Sir James George, un alto funzionario canadese che era stato suo studente a Nuova Delhi. Era il segnale di muoversi, di seguire la strada indicatagli dal suo maestro e diventare egli stesso maestro. Lasciò il suo comodo lavoro e decise di partire per l’Occidente, con l’impegno di servire Dio e con la fede che il Guru avrebbe guidato i suoi passi. Prima della partenza ricevette questo Ukkam dal Siri Guru Granth Sahib: “Tu Gur Prashad Kar Rag Jog” – “Con la Grazia del Guru tu godrai di sovranità spirituale e secolare”.

Giunto all’aeroporto di Toronto, scoprì che il suo bagaglio era andato perduto e venne anche a sapere che l’uomo che lo aveva invitato in Canada e che avrebbe dovuto sponsorizzarlo era morto pochi giorni prima. Si trovò così con i soli abiti che aveva indosso, senza un soldo e senza lavoro: un nuovo corso della sua vita stava cominciando e ora bisognava lasciare il passato alle spalle. Dopo due mesi di permanenza in Canada, Yogi Bhajan (così veniva ormai chiamato da tutti) andò a visitare Los Angeles durante un fine settimana.

Si era nel mezzo delle agitazioni della fine degli anni ’60 e Yogi Bhajan vide nel movimento hippy dei giovani americani un potenziale per la costruzione di una nuova nazione spirituale: in loro vide la speranza del futuro, l’idealismo necessario, il sogno di pace, il bisogno di allargare i territori della coscienza e di vivere in armonia con le leggi naturali create da Dio.

Capì immediatamente che la nuova consapevolezza ricercata attraverso l’uso massiccio di droghe allora così in voga poteva essere raggiunta praticando la scienza del Kundalini Yoga, lavorando attraverso le tecniche anche per riparare ai danni causati da questo costante abuso.