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| − | Gli stadi in cui '''Patañjali''' suddivide il percorso yogico sono otto ([[Yoga Sūtra]]). I primi due, yama e niyama, rispettivamente le "astensioni" e le "osservanze", sono da intendersi come norme di carattere generale, indispensabili codici morali da adottare quotidianamente per chi voglia intraprendere il percorso (sādhana).
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| − | Tali otto stadi sono:
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| − | # '''Yama''': astinenze; astensioni; freni; proibizioni; regole di comportamento.
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| − | ## Ahiṃsā: non violenza; pacifismo;
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| − | ## Satya: sincerità; genuinità;
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| − | ## Asteya: non rubare; temperanza;
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| − | ## Brahmacarya: continenza; castità; letteralmente vuol significare "seguace del Brahman" con riferimento al primo degli stadi della vita di un hindu che segue il percorso canonico di realizzazione spirituale;
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| − | ## Aparigraha: non avidità; moderazione; rinuncia;
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| − | # '''Niyama''': osservanze; discipline.
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| − | ## Śauca: pulizia; purezza;
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| − | ## Saṅtoṣa: appagamento; contentezza; soddisfazione;
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| − | ## Tapas: autodisciplina; fervore mistico; ardore; ascetismo; il significato etimologico del termine tapas è "calore", e in senso figurato sta a indicare l'austerità religiosa;[57]
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| − | ## Svādhyāya: studio (delle scritture sacre, cioè la recitazione dei Veda;[50]); applicazione;
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| − | ## Īśvara praṇidhāna: abbandono al Signore. Il Signore non è un Dio creatore né un Dio giudice o dispensatore di grazia, ma piuttosto un essere supremo, un modello cui lo yogin può ispirarsi;[58] sarà soltanto successivamente, con il diffondersi delle correnti devozionali, che la figura di Dio nello Yoga classico assumerà un ruolo più decisivo, all'insegna della devozione emotiva, la [[bhakti]];
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| − | # [[Āsana]]: posizione fisica; postura. Patañjali menziona il termine in un solo sūtra, parlando genericamente di una qualsiasi posizione che risulti stabile e comoda;
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| − | # [[Prāṇāyāma]]: controllo della respirazione e del flusso vitale. Il termine è composto da prāṇa e āyāma, che sta per "allungamento", "espansione", mentre il primo è generalmene reso con "respiro vitale";
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| − | # '''Pratyāhāra''': ritrazione dei sensi dagli oggetti; astrazione dal mondo; isolamento sensoriale. Si passa da uno stadio in cui le funzioni sensoriali sono dominate dai rispettivi oggetti dei sensi, a uno stadio in cui i sensi ne sono affrancati per permettere una conoscenza altra, quella che deriva dalla propria coscienza (citta);
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| − | # '''Dhāraṇā''': concentrazione. La "concentrazione" è definita come «fissare la coscienza (citta) su qualcosa»;
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| − | # '''Dhyāna''': meditazione; contemplazione profonda. Non si tratta qui della meditazione comunemente intesa, né di una forma di rimuginazione interiore: il dhyāna è contraddistinto da uno stato di coerente lucidità;
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| − | # '''Samādhi''': congiunzione con l'oggetto della meditazione; assorbimento della coscienza nel sé; enstasi. Patañjali così definisce il samādhi:
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| − | « Quando l'oggetto della meditazione assorbe chi medita, e appare come soggetto, si perde la consapevolezza di se stessi. È il samādhi. » (Yoga Sūtra, III.3; citato in Iyengar 2010, p. 181)
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