Differenze tra le versioni di "Veda & Vedanta"
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+ | Nei Veda troviamo la sapienza millenaria tramandata dai saggi Rishi che attraverso la loro esperienza hanno descritto una Via e una serie di pratiche, tra cui lo [[Yoga]], come mezzo e come strumento di evoluzione interiore. | ||
Nei Veda, troviamo varie epoche di consapevolezza in cui l’uomo e passato, dapprima, ricerca esteriormente la fonte della beatitudine e poi, in seguito, si cala sempre più nelle profondità del suo essere per giungere alla Verità. | Nei Veda, troviamo varie epoche di consapevolezza in cui l’uomo e passato, dapprima, ricerca esteriormente la fonte della beatitudine e poi, in seguito, si cala sempre più nelle profondità del suo essere per giungere alla Verità. | ||
− | Ecco allora che durante questa ricerca appare infine il Vedanta, letteralmente ‘la fine dei Veda’, in cui la parola, il ragionamento, i rituali, le norme e regole e ogni altro tentativo per descrivere la Verità, falliscono inesorabilmente lasciando spazio alla sola ‘esperienza personale’ come unica prova. | + | |
+ | Ecco allora che durante questa ricerca appare infine il '''Vedanta''', letteralmente ‘la fine dei Veda’, in cui la parola, il ragionamento, i rituali, le norme e regole e ogni altro tentativo per descrivere la Verità, falliscono inesorabilmente lasciando spazio alla sola ‘esperienza personale’ come unica prova. | ||
− | Nel Vedanta ogni atto esteriore scompare e ci si tuffa nell’unica direzione possibile: se stessi. | + | Nel '''Vedanta''' ogni atto esteriore scompare e ci si tuffa nell’unica direzione possibile: se stessi. |
Nei Veda classici, troviamo atti devozionali, pratiche religiose, norme e regole, nozioni di scienza, grammatica, matematica e ogni altra forma del sapere. Adorazione, devozione e azione sono le tre caratteristiche dei Veda che guidano l’uomo alla più alta consapevolezza di sé, Brhaman, lo stato dell’Essere. | Nei Veda classici, troviamo atti devozionali, pratiche religiose, norme e regole, nozioni di scienza, grammatica, matematica e ogni altra forma del sapere. Adorazione, devozione e azione sono le tre caratteristiche dei Veda che guidano l’uomo alla più alta consapevolezza di sé, Brhaman, lo stato dell’Essere. | ||
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Nessuna discussione filosofica. Nessun ragionamento superfluo. Nel Vedanta abbiamo e ritroviamo un’origine semplicemente dimenticata. Al di là del corpo e della mente, c’è una base su cui questi ultimi appoggiano. Questa base è la Coscienza. La Coscienza di Essere, di esistere che a sua volta emerge dall’eterno stato Assoluto o anche detto Parabrhamn. | Nessuna discussione filosofica. Nessun ragionamento superfluo. Nel Vedanta abbiamo e ritroviamo un’origine semplicemente dimenticata. Al di là del corpo e della mente, c’è una base su cui questi ultimi appoggiano. Questa base è la Coscienza. La Coscienza di Essere, di esistere che a sua volta emerge dall’eterno stato Assoluto o anche detto Parabrhamn. | ||
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Versione attuale delle 08:09, 5 ott 2020
I Veda sono i Sacri e più antichi Testi della Tradizione induista che l’umanità possieda. In essi hanno avuto origine lo Yoga e tutte le maggiori correnti del pensiero filosofico buddhista, il sanscrito, lo studio dei suoni, i rituali, le meditazioni, la scienza medica AyurVeda, la matematica, la fisica, la grammatica e il sapere filosofico. Tutto con un'unico scopo: l’Autorealizzazione divina. Nei Veda troviamo la sapienza millenaria tramandata dai saggi Rishi che attraverso la loro esperienza hanno descritto una Via e una serie di pratiche, tra cui lo Yoga, come mezzo e come strumento di evoluzione interiore. Nei Veda, troviamo varie epoche di consapevolezza in cui l’uomo e passato, dapprima, ricerca esteriormente la fonte della beatitudine e poi, in seguito, si cala sempre più nelle profondità del suo essere per giungere alla Verità.
Ecco allora che durante questa ricerca appare infine il Vedanta, letteralmente ‘la fine dei Veda’, in cui la parola, il ragionamento, i rituali, le norme e regole e ogni altro tentativo per descrivere la Verità, falliscono inesorabilmente lasciando spazio alla sola ‘esperienza personale’ come unica prova.
Nel Vedanta ogni atto esteriore scompare e ci si tuffa nell’unica direzione possibile: se stessi. Nei Veda classici, troviamo atti devozionali, pratiche religiose, norme e regole, nozioni di scienza, grammatica, matematica e ogni altra forma del sapere. Adorazione, devozione e azione sono le tre caratteristiche dei Veda che guidano l’uomo alla più alta consapevolezza di sé, Brhaman, lo stato dell’Essere. Il Vedanta, invece, si occupa principalmente di riconoscere chi compie le azioni. Di riconoscere chi sia in cammino. Di riconoscere chi è dentro questo corpo. Di riconoscere chi sia colui che dice di possedere una mente. Di riconoscere chi vive le esperienze. Di riconoscere in sostanza, la fonte, la base, la sorgente da cui tutto ha inizio.
Ecco il Vedanta, una diretta esperienza di sé. L’indagine meditativa per giungere alle fondamenta di se stessi si chiama Vedanta, in cui non troviamo ritualismi norme o regole! Al contrario, scopriamo una incredibile semplicità. Nessuna discussione filosofica. Nessun ragionamento superfluo. Nel Vedanta abbiamo e ritroviamo un’origine semplicemente dimenticata. Al di là del corpo e della mente, c’è una base su cui questi ultimi appoggiano. Questa base è la Coscienza. La Coscienza di Essere, di esistere che a sua volta emerge dall’eterno stato Assoluto o anche detto Parabrhamn.
Sri Yogi Pranidhana