Differenze tra le versioni di "Sri K. Pattabhi Jois"

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(Pattabhi Jois)
 
 
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Pattabhi Jois nacque il 26 luglio 1915 nel giorno di “Guru Purnima”(la festa in onore di tutti e guru. Già, quindi, dalla data di nascita si poteva intravvedere il particolare destino che avrebbe avuto, nulla a caso…).  
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[[File:pattabhi-jois.jpg|thumb]]
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'''Pattabhi Jois''' nacque il 26 luglio 1915 nel giorno di “Guru Purnima” (la festa in onore di tutti e guru. Già, quindi, dalla data di nascita si poteva intravvedere il particolare destino che avrebbe avuto, nulla avviene per caso…).  
 
Suo padre era astrologo e sacerdote nonché proprietario terriero, mentre la madre si occupava dei loro 9 figli di cui Pattabhi Jois era il quinto. Dall’età di 5 anni, come la maggior parte dei bambini bramini, fu iniziato dal padre ai Veda ed ai rituali Hindu. Di yoga però fino a quel tempo nella sua famiglia nessuna traccia.
 
Suo padre era astrologo e sacerdote nonché proprietario terriero, mentre la madre si occupava dei loro 9 figli di cui Pattabhi Jois era il quinto. Dall’età di 5 anni, come la maggior parte dei bambini bramini, fu iniziato dal padre ai Veda ed ai rituali Hindu. Di yoga però fino a quel tempo nella sua famiglia nessuna traccia.
All’età di 12 anni partecipò ad una lezione e dimostrazione di yoga ad Hassan (dove frequentava la scuola) tenuta dal grande maestro Sri T. Krishnamacharya. Da quel giorno partecipò alle lezioni tenute dal grande guru. Per due anni quotidianamente, si alzava presto, praticava e poi andava a scuola (quello che tutti i bravi yogini dovrebbero fare!!!).   
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Nel 1930 abbandonò la propria casa per andare a studiare sanscrito a Mysore facendo oltre 100 km in bicicletta (in quel periodo Krishnamacharya girava per l’India per fare dimostrazioni di  yoga e lezioni). Pattabhi Jois si riunì con il suo maestro due anni dopo sempre a Mysore. In questa città il maharaja, Krishna Rajendra Wodeyar si ammalò gravemente e gli fu detto che  Krishnamacharya tramite lo yoga lo avrebbe potuto guarire là dove molti altri avevano fallito. Una volta guarito il Maharaja estremamente grato a Krishnamacharya, fece costruire per lui una yoga shala (un luogo deputato alla pratica dello yoga; shala letteralmente significa “casa” in sanscrito) nei giardini del suo palazzo. Krishnamacharya rimase a Mysore per vent’anni e, grazie sia alla generosità che al grande interesse del Maharaja per lo yoga, Krishnamacharya, Pattabhi Jois e altri allievi della yoga shala vennero inviati in ogni parte dell’India per eseguire dimostrazioni, studiare testi, e fare ricerche sulle varie scuole e stili di yoga.
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All’età di 12 anni partecipò ad una lezione e dimostrazione di yoga ad Hassan (dove frequentava la scuola) tenuta dal grande maestro [[Sri T. Krishnamacharya]]. Da quel giorno partecipò alle lezioni tenute dal grande guru. Per due anni quotidianamente, si alzava presto, praticava e poi andava a scuola (quello che tutti i bravi yogini dovrebbero fare!!!).   
Complessivamente Jois studiò con Krishnamacharya dal 1927 al 1929 nel suo villaggio e successivamente a Mysore dal 1932 al 1953. Egli studiò gli Yoga Sutra di Patañjali, l’Haṭha Yoga Pradīpikā, lo Yoga Yajñavalkya e le Upaniṣad.
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Nel 1930 abbandonò la propria casa per andare a studiare sanscrito a Mysore facendo oltre 100 km in bicicletta (in quel periodo [[Krishnamacharya]] girava per l’India per fare dimostrazioni di  yoga e lezioni). Pattabhi Jois si riunì con il suo maestro due anni dopo sempre a Mysore. In questa città il maharaja, Krishna Rajendra Wodeyar si ammalò gravemente e gli fu detto che  Krishnamacharya tramite lo yoga lo avrebbe potuto guarire là dove molti altri avevano fallito. Una volta guarito il Maharaja estremamente grato a Krishnamacharya, fece costruire per lui una yoga shala (un luogo deputato alla pratica dello yoga; shala letteralmente significa “casa” in sanscrito) nei giardini del suo palazzo. Krishnamacharya rimase a Mysore per vent’anni e, grazie sia alla generosità che al grande interesse del Maharaja per lo yoga, Krishnamacharya, Pattabhi Jois e altri allievi della yoga shala vennero inviati in ogni parte dell’India per eseguire dimostrazioni, studiare testi, e fare ricerche sulle varie scuole e stili di yoga.
Insieme a Krishnamacharya riscoprì nella biblioteca di Calcutta il testo “Yoga Korunta” (korunta significa “gruppi” e si dice che il manoscritto contenesse appunto la lista di molti e diversi “raggruppamenti” di varie asana, oltre a istruzioni riguardanti vinyasa, drishti, bandha e mudra) di Vamana Rishi del 500-1500 d.C. (andato poi di nuovo perso). Il testo era inciso su foglie di banano e di palma e i segni sulle foglie descrivevano in dettaglio un metodo di Hatha Yoga vigoroso e dinamico. Il metodo era caratterizzato da diverse sequenze (krama) di asana, collegate tra loro da movimenti, respirazione, bandha e drishti. Questo modo di collegare il movimento al respiro è noto come vinyasa. Vinyasa significa “posizionare in modo speciale” ed è un termine che viene utilizzato anche nelle arti indiane classiche come la musica e la danza. Si dice che le foglie del Korunta fossero rilegate insieme ad una antica edizione degli Yoga Sutra di Patanjali dove viene descritto il sistema noto come Ashtanga Yoga (lo Yoga degli otto rami). Secondo Gregor Maehle i due metodi andavano quindi appresi e studiati insieme e da questo nacque il nome di “Ashtanga Vinyasa”.
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Complessivamente Jois studiò con Krishnamacharya dal 1927 al 1929 nel suo villaggio e successivamente a Mysore dal 1932 al 1953. Egli studiò gli [[Yoga Sutra]] di [[Patañjali]], l’[[Haṭha Yoga Pradīpikā]], lo Yoga Yajñavalkya e le [[Upaniṣad]].
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Insieme a Krishnamacharya riscoprì nella biblioteca di Calcutta il testo “Yoga Korunta” (korunta significa “gruppi” e si dice che il manoscritto contenesse appunto la lista di molti e diversi “raggruppamenti” di varie asana, oltre a istruzioni riguardanti vinyasa, drishti, bandha e mudra) di Vamana Rishi del 500-1500 d.C. (andato poi di nuovo perso). Il testo era inciso su foglie di banano e di palma e i segni sulle foglie descrivevano in dettaglio un metodo di Hatha Yoga vigoroso e dinamico. Il metodo era caratterizzato da diverse sequenze (krama) di [[asana]], collegate tra loro da movimenti, respirazione, bandha e drishti. Questo modo di collegare il movimento al respiro è noto come [[vinyasa]].  
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Vinyasa significa “posizionare in modo speciale” ed è un termine che viene utilizzato anche nelle arti indiane classiche come la musica e la danza. Si dice che le foglie del Korunta fossero rilegate insieme ad una antica edizione degli Yoga Sutra di Patanjali dove viene descritto il sistema noto come [[Ashtanga Yoga]] (lo Yoga degli otto rami). Secondo Gregor Maehle i due metodi andavano quindi appresi e studiati insieme e da questo nacque il nome di “Ashtanga Vinyasa”.
 
Il Maharaja prese a ben volere Pattabhi Jois e volle che cominciasse ad insegnare yoga regolarmente presso il “Maharaja Sanskrit College”, garantendogli una retribuzione, vitto e alloggio. Krishnamacharya approvò questa decisione e gli conferì anche un certificato per l’insegnamento dopo avergli fatto superare una prova piuttosto impegnativa, consistente nel guarire un malato che lui stesso gli aveva affidato. Il primo marzo del 1937 Pattabhi Jois cominciò a insegnare presso il “College” dove sarebbe diventato capo del “Dipartimento di yoga” che avrebbe diretto fino al 1973, anno in cui si ritirò dall’insegnamento presso quella scuola.
 
Il Maharaja prese a ben volere Pattabhi Jois e volle che cominciasse ad insegnare yoga regolarmente presso il “Maharaja Sanskrit College”, garantendogli una retribuzione, vitto e alloggio. Krishnamacharya approvò questa decisione e gli conferì anche un certificato per l’insegnamento dopo avergli fatto superare una prova piuttosto impegnativa, consistente nel guarire un malato che lui stesso gli aveva affidato. Il primo marzo del 1937 Pattabhi Jois cominciò a insegnare presso il “College” dove sarebbe diventato capo del “Dipartimento di yoga” che avrebbe diretto fino al 1973, anno in cui si ritirò dall’insegnamento presso quella scuola.
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Sposato con la sua amatissima moglie Savitramma (figlia di uno studioso di sanscrito) che era stata la sua prima allieva, ebbe tre figli: Manju, Ramesh (morto suicida all’età di 42 anni) e Saraswati. Quest’ultima diventò la madre di Sharat, nato nel 1971 successivamente co-direttore della scuola di Mysore.  
 
Sposato con la sua amatissima moglie Savitramma (figlia di uno studioso di sanscrito) che era stata la sua prima allieva, ebbe tre figli: Manju, Ramesh (morto suicida all’età di 42 anni) e Saraswati. Quest’ultima diventò la madre di Sharat, nato nel 1971 successivamente co-direttore della scuola di Mysore.  
 
Nel 1948, mentre insegnava ancora a Mysore, Pattabhi Jois fondò l’Ashtanga Yoga Research Institute a Lakshmipuram, centrato sugli aspetti curativi dello yoga così come appresi da Krishnamacharya e dagli antichi testi. In seguito a quest’iniziativa, vari medici affidarono a Pattabhi Jois i loro pazienti per la cura di malattie e disturbi. La sede di Lakshmipuram, che inizialmente constava di due stanze, sarebbe stata poi ampliata nel 1964.  
 
Nel 1948, mentre insegnava ancora a Mysore, Pattabhi Jois fondò l’Ashtanga Yoga Research Institute a Lakshmipuram, centrato sugli aspetti curativi dello yoga così come appresi da Krishnamacharya e dagli antichi testi. In seguito a quest’iniziativa, vari medici affidarono a Pattabhi Jois i loro pazienti per la cura di malattie e disturbi. La sede di Lakshmipuram, che inizialmente constava di due stanze, sarebbe stata poi ampliata nel 1964.  
 
In questo stesso anno Andrè Van Lysebeth fu il primo occidentale a studiare con Pattabhi Jois e nei due mesi trascorsi insieme al maestro, imparò le prime due Serie dell’Ashtanga Yoga.
 
In questo stesso anno Andrè Van Lysebeth fu il primo occidentale a studiare con Pattabhi Jois e nei due mesi trascorsi insieme al maestro, imparò le prime due Serie dell’Ashtanga Yoga.
Nel suo libro “Pranayama”, Van Lysebeth incluse una fotografia di Pattabhi Jois con nome e indirizzo e questo piccolo gesto di Van Lysebeth ebbe conseguenze notevoli per la diffusione del metodo insegnato da Pattabhi Jois.
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Tra il 1958 e il 1960, scrisse un piccolo libro sull’Ashtanga Yoga, chiamato "Yoga Mala" (Mala = ghirlanda) pubblicato in India nel 1962 da uno dei suoi studenti, un coltivatore di caffè di Coorg. La prima traduzione in Inglese fu fatta da Eddie Stern, un suo allievo anziano americano.  
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Nel suo libro “'''Pranayama'''”, Van Lysebeth incluse una fotografia di Pattabhi Jois con nome e indirizzo e questo piccolo gesto di Van Lysebeth ebbe conseguenze notevoli per la diffusione del metodo insegnato da Pattabhi Jois.
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Tra il 1958 e il 1960, scrisse un piccolo libro sull’Ashtanga Yoga, chiamato "'''Yoga Mala'''" (Mala = ghirlanda) pubblicato in India nel 1962 da uno dei suoi studenti, un coltivatore di caffè di Coorg. La prima traduzione in Inglese fu fatta da Eddie Stern, un suo allievo anziano americano.  
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Pattabhi Jois cominciò poi a muoversi per diffondere il proprio concetto di yoga in occidente. Fece il suo primo viaggio rispondendo a un invito a partecipare a una conferenza sullo yoga a San Paolo del Brasile nel 1974, dove parlò al pubblico in sanscrito, con traduzione simultanea in molte altre lingue.  
 
Pattabhi Jois cominciò poi a muoversi per diffondere il proprio concetto di yoga in occidente. Fece il suo primo viaggio rispondendo a un invito a partecipare a una conferenza sullo yoga a San Paolo del Brasile nel 1974, dove parlò al pubblico in sanscrito, con traduzione simultanea in molte altre lingue.  
 
Nel 1975 andò a Encinitas, in California, insieme al figlio Manju, quando gli allievi di yoga negli Stati Uniti erano ancora poche decine. Negli anni successivi, Pattabhi Jois intraprese molti altri viaggi in America, Europa e Australia, diffondendo ulteriormente la conoscenza e la pratica dell’Ashtanga Yoga. Nel 2006, riuscì anche a realizzare il desiderio di fondare un istituto a Islamorada (Florida) e il viaggio per partecipare alla cerimonia della sua inaugurazione fu anche l’ultimo che compì all’estero.
 
Nel 1975 andò a Encinitas, in California, insieme al figlio Manju, quando gli allievi di yoga negli Stati Uniti erano ancora poche decine. Negli anni successivi, Pattabhi Jois intraprese molti altri viaggi in America, Europa e Australia, diffondendo ulteriormente la conoscenza e la pratica dell’Ashtanga Yoga. Nel 2006, riuscì anche a realizzare il desiderio di fondare un istituto a Islamorada (Florida) e il viaggio per partecipare alla cerimonia della sua inaugurazione fu anche l’ultimo che compì all’estero.
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Pattabhi Jois insegnò ininterrottamente fino al 2008, anno del suo ritiro ufficiale dall’insegnamento a 92 anni! Lasciò il corpo il 18 maggio 2009 alla veneranda età di quasi 94 anni a Mysore, lasciando grande sconforto in tutti i suoi allievi.
 
Pattabhi Jois insegnò ininterrottamente fino al 2008, anno del suo ritiro ufficiale dall’insegnamento a 92 anni! Lasciò il corpo il 18 maggio 2009 alla veneranda età di quasi 94 anni a Mysore, lasciando grande sconforto in tutti i suoi allievi.
Nel sistema Ashtanga vi sono tre gruppi di sequenze.
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Nel sistema Ashtanga vi sono tre gruppi di sequenze:
- La Prima Serie (Yoga chikitsa) disintossica e allinea il corpo.  
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* La Prima Serie (Yoga chikitsa) disintossica e allinea il corpo.  
- La Serie Intermedia (Nadi sodhana) purifica il sistema nervoso aprendo e purificando i canali energetici.  
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* La Serie Intermedia (Nadi sodhana) purifica il sistema nervoso aprendo e purificando i canali energetici.  
- Le Serie Avanzate A, B, C, D (Sthira bhagah sampta) integrano la forza e la grazia della pratica e richiedono tuttavia un grande grado di flessibilità e umiltà.
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* Le Serie Avanzate A, B, C, D (Sthira bhagah sampta) integrano la forza e la grazia della pratica e richiedono tuttavia un grande grado di flessibilità e umiltà.
 
Ogni livello è propedeutico al successivo, e va appreso perfettamente prima di proseguire. Ogni posizione è infatti la preparazione per I'altra, poiché sviluppa la forza e l’equilibrio richiesti per la successiva.
 
Ogni livello è propedeutico al successivo, e va appreso perfettamente prima di proseguire. Ogni posizione è infatti la preparazione per I'altra, poiché sviluppa la forza e l’equilibrio richiesti per la successiva.
 
Pattabhi Jois fu maestro esigente, ma gioviale, molto amato dagli allievi. Tra le frasi che era solito ripetere agli studenti se ne ricordano due che permettono di capire qualcosa di più sul suo modo di intendere lo Yoga ed in particolare “lo yoga è 1% teoria e 99% pratica” e  “praticate, e tutto arriverà!”.
 
Pattabhi Jois fu maestro esigente, ma gioviale, molto amato dagli allievi. Tra le frasi che era solito ripetere agli studenti se ne ricordano due che permettono di capire qualcosa di più sul suo modo di intendere lo Yoga ed in particolare “lo yoga è 1% teoria e 99% pratica” e  “praticate, e tutto arriverà!”.

Versione attuale delle 12:55, 15 dic 2021

Pattabhi-jois.jpg

Pattabhi Jois nacque il 26 luglio 1915 nel giorno di “Guru Purnima” (la festa in onore di tutti e guru. Già, quindi, dalla data di nascita si poteva intravvedere il particolare destino che avrebbe avuto, nulla avviene per caso…). Suo padre era astrologo e sacerdote nonché proprietario terriero, mentre la madre si occupava dei loro 9 figli di cui Pattabhi Jois era il quinto. Dall’età di 5 anni, come la maggior parte dei bambini bramini, fu iniziato dal padre ai Veda ed ai rituali Hindu. Di yoga però fino a quel tempo nella sua famiglia nessuna traccia.

All’età di 12 anni partecipò ad una lezione e dimostrazione di yoga ad Hassan (dove frequentava la scuola) tenuta dal grande maestro Sri T. Krishnamacharya. Da quel giorno partecipò alle lezioni tenute dal grande guru. Per due anni quotidianamente, si alzava presto, praticava e poi andava a scuola (quello che tutti i bravi yogini dovrebbero fare!!!). Nel 1930 abbandonò la propria casa per andare a studiare sanscrito a Mysore facendo oltre 100 km in bicicletta (in quel periodo Krishnamacharya girava per l’India per fare dimostrazioni di yoga e lezioni). Pattabhi Jois si riunì con il suo maestro due anni dopo sempre a Mysore. In questa città il maharaja, Krishna Rajendra Wodeyar si ammalò gravemente e gli fu detto che Krishnamacharya tramite lo yoga lo avrebbe potuto guarire là dove molti altri avevano fallito. Una volta guarito il Maharaja estremamente grato a Krishnamacharya, fece costruire per lui una yoga shala (un luogo deputato alla pratica dello yoga; shala letteralmente significa “casa” in sanscrito) nei giardini del suo palazzo. Krishnamacharya rimase a Mysore per vent’anni e, grazie sia alla generosità che al grande interesse del Maharaja per lo yoga, Krishnamacharya, Pattabhi Jois e altri allievi della yoga shala vennero inviati in ogni parte dell’India per eseguire dimostrazioni, studiare testi, e fare ricerche sulle varie scuole e stili di yoga.

Complessivamente Jois studiò con Krishnamacharya dal 1927 al 1929 nel suo villaggio e successivamente a Mysore dal 1932 al 1953. Egli studiò gli Yoga Sutra di Patañjali, l’Haṭha Yoga Pradīpikā, lo Yoga Yajñavalkya e le Upaniṣad. Insieme a Krishnamacharya riscoprì nella biblioteca di Calcutta il testo “Yoga Korunta” (korunta significa “gruppi” e si dice che il manoscritto contenesse appunto la lista di molti e diversi “raggruppamenti” di varie asana, oltre a istruzioni riguardanti vinyasa, drishti, bandha e mudra) di Vamana Rishi del 500-1500 d.C. (andato poi di nuovo perso). Il testo era inciso su foglie di banano e di palma e i segni sulle foglie descrivevano in dettaglio un metodo di Hatha Yoga vigoroso e dinamico. Il metodo era caratterizzato da diverse sequenze (krama) di asana, collegate tra loro da movimenti, respirazione, bandha e drishti. Questo modo di collegare il movimento al respiro è noto come vinyasa.

Vinyasa significa “posizionare in modo speciale” ed è un termine che viene utilizzato anche nelle arti indiane classiche come la musica e la danza. Si dice che le foglie del Korunta fossero rilegate insieme ad una antica edizione degli Yoga Sutra di Patanjali dove viene descritto il sistema noto come Ashtanga Yoga (lo Yoga degli otto rami). Secondo Gregor Maehle i due metodi andavano quindi appresi e studiati insieme e da questo nacque il nome di “Ashtanga Vinyasa”. Il Maharaja prese a ben volere Pattabhi Jois e volle che cominciasse ad insegnare yoga regolarmente presso il “Maharaja Sanskrit College”, garantendogli una retribuzione, vitto e alloggio. Krishnamacharya approvò questa decisione e gli conferì anche un certificato per l’insegnamento dopo avergli fatto superare una prova piuttosto impegnativa, consistente nel guarire un malato che lui stesso gli aveva affidato. Il primo marzo del 1937 Pattabhi Jois cominciò a insegnare presso il “College” dove sarebbe diventato capo del “Dipartimento di yoga” che avrebbe diretto fino al 1973, anno in cui si ritirò dall’insegnamento presso quella scuola.

Sposato con la sua amatissima moglie Savitramma (figlia di uno studioso di sanscrito) che era stata la sua prima allieva, ebbe tre figli: Manju, Ramesh (morto suicida all’età di 42 anni) e Saraswati. Quest’ultima diventò la madre di Sharat, nato nel 1971 successivamente co-direttore della scuola di Mysore. Nel 1948, mentre insegnava ancora a Mysore, Pattabhi Jois fondò l’Ashtanga Yoga Research Institute a Lakshmipuram, centrato sugli aspetti curativi dello yoga così come appresi da Krishnamacharya e dagli antichi testi. In seguito a quest’iniziativa, vari medici affidarono a Pattabhi Jois i loro pazienti per la cura di malattie e disturbi. La sede di Lakshmipuram, che inizialmente constava di due stanze, sarebbe stata poi ampliata nel 1964. In questo stesso anno Andrè Van Lysebeth fu il primo occidentale a studiare con Pattabhi Jois e nei due mesi trascorsi insieme al maestro, imparò le prime due Serie dell’Ashtanga Yoga.

Nel suo libro “Pranayama”, Van Lysebeth incluse una fotografia di Pattabhi Jois con nome e indirizzo e questo piccolo gesto di Van Lysebeth ebbe conseguenze notevoli per la diffusione del metodo insegnato da Pattabhi Jois. Tra il 1958 e il 1960, scrisse un piccolo libro sull’Ashtanga Yoga, chiamato "Yoga Mala" (Mala = ghirlanda) pubblicato in India nel 1962 da uno dei suoi studenti, un coltivatore di caffè di Coorg. La prima traduzione in Inglese fu fatta da Eddie Stern, un suo allievo anziano americano.

Pattabhi Jois cominciò poi a muoversi per diffondere il proprio concetto di yoga in occidente. Fece il suo primo viaggio rispondendo a un invito a partecipare a una conferenza sullo yoga a San Paolo del Brasile nel 1974, dove parlò al pubblico in sanscrito, con traduzione simultanea in molte altre lingue. Nel 1975 andò a Encinitas, in California, insieme al figlio Manju, quando gli allievi di yoga negli Stati Uniti erano ancora poche decine. Negli anni successivi, Pattabhi Jois intraprese molti altri viaggi in America, Europa e Australia, diffondendo ulteriormente la conoscenza e la pratica dell’Ashtanga Yoga. Nel 2006, riuscì anche a realizzare il desiderio di fondare un istituto a Islamorada (Florida) e il viaggio per partecipare alla cerimonia della sua inaugurazione fu anche l’ultimo che compì all’estero.

Pattabhi Jois insegnò ininterrottamente fino al 2008, anno del suo ritiro ufficiale dall’insegnamento a 92 anni! Lasciò il corpo il 18 maggio 2009 alla veneranda età di quasi 94 anni a Mysore, lasciando grande sconforto in tutti i suoi allievi. Nel sistema Ashtanga vi sono tre gruppi di sequenze:

  • La Prima Serie (Yoga chikitsa) disintossica e allinea il corpo.
  • La Serie Intermedia (Nadi sodhana) purifica il sistema nervoso aprendo e purificando i canali energetici.
  • Le Serie Avanzate A, B, C, D (Sthira bhagah sampta) integrano la forza e la grazia della pratica e richiedono tuttavia un grande grado di flessibilità e umiltà.

Ogni livello è propedeutico al successivo, e va appreso perfettamente prima di proseguire. Ogni posizione è infatti la preparazione per I'altra, poiché sviluppa la forza e l’equilibrio richiesti per la successiva. Pattabhi Jois fu maestro esigente, ma gioviale, molto amato dagli allievi. Tra le frasi che era solito ripetere agli studenti se ne ricordano due che permettono di capire qualcosa di più sul suo modo di intendere lo Yoga ed in particolare “lo yoga è 1% teoria e 99% pratica” e “praticate, e tutto arriverà!”.